Lavoro e affari sociali: equilibrio tra concorrenza e perequazione sociale
La Svizzera ha un’economia di mercato che abbina il principio della concorrenza alla perequazione sociale. L’obiettivo è un’economia nazionale in cui tutti gli individui possano sviluppare le proprie capacità e ciascuno contribuisca al benessere comune.
Una rete di sicurezza sociale aiuta coloro che sono momentaneamente o permanentemente inabili al lavoro. La perequazione sociale è il terreno fertile di un’economia nazionale efficiente: crea partecipazione sociale, consente l’istruzione e la formazione continua, colma le emergenze, rafforza i consumi. La perequazione sociale ha creato quell’ampia classe media a cui oggi molti cittadini e cittadine sentono di appartenere.
La Svizzera ha un diritto del lavoro liberale con un mercato del lavoro flessibile e aperto. I datori di lavoro possono reagire rapidamente alle fluttuazioni congiunturali, ma possono anche utilizzare rapidamente le nuove opportunità economiche. I dipendenti beneficiano di un mercato del lavoro in evoluzione dinamica e di buoni salari. Grazie a un vivace partenariato sociale, il ricorso allo sciopero è raro. Diversamente, ad esempio, dalla Germania, la Svizzera non ha un salario minimo vincolante a livello nazionale. L’elevato tasso di attività ben superiore all’80% delle persone in età lavorativa 17 garantisce nel nostro Paese la partecipazione alla vita professionale di un’ampia fascia della popolazione e assicura il finanziamento degli enti di sicurezza sociale. La base per la creazione di impieghi sicuri e di un panorama neoimprenditoriale vivace è costituita da una solida formazione scolastica e da buone offerte di formazione continua.
Le regole del mercato del lavoro, comprese le disposizioni a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, devono venire costantemente adeguate a un mondo del lavoro in trasformazione. Nel quadro di una maggiore integrazione nel mercato unico europeo, «misure collaterali» tutelano i lavoratori svizzeri dal dumping salariale e dall’abbassamento degli standard sociali. Attualmente, l’impiego crescente delle tecnologie digitali sta cambiando radicalmente la vita lavorativa. Home office, economia delle piattaforme e lavoro temporaneo sono solo tre concetti chiave. Per soddisfare il desiderio di conciliare lavoro e vita familiare, occorre strutturare i rapporti di lavoro in modo nuovo.
Le persone occupate, insieme alle aziende, finanziano gli enti di sicurezza sociale di cui beneficiano come assicurati in caso di necessità: AVS e LPP per la previdenza per la vecchiaia, l’assicurazione contro la disoccupazione e per l’invalidità, ma anche l’IPG, l’indennità per la perdita di guadagno per madri, padri e per chi presta servizio. Gli assegni familiari sono finanziati dai datori di lavoro, mentre l’assicurazione contro le malattie è a carico degli assicurati, con l’agevolazione di riduzioni dei premi finanziate pubblicamente. Oggigiorno un problema da affrontare è garantire che gli enti di sicurezza sociale come l’AVS non subiscano eccessivamente gli effetti dello sviluppo demografico.
Il quadro giuridico delle assicurazioni sociali e degli altri strumenti di perequazione sociale è soggetto a un costante processo di riforma. Un passo ulteriore è stato il voto degli elettori nel settembre 2022 per l’adeguamento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni. Al momento ci sono due nuove iniziative popolari: una vuole portare l’età di pensionamento a 66 anni, l’altra vuole introdurre una tredicesima mensilità AVS. Parallelamente è in corso una riforma della previdenza professionale con l’obiettivo di garantire a lungo termine il livello delle rendite e di migliorare la copertura assicurativa dei lavoratori a tempo parziale. Contributi e prestazioni devono sempre trovare un nuovo equilibrio: questo vale per i sistemi di sicurezza sociale a livello federale, ma anche per l’aiuto sociale e altri strumenti di perequazione sociale di competenza dei Cantoni e dei Comuni.